Benessere del cervello: Funghi… alleati inaspettati

Dott. Pasquale Napolitano

I funghi sono un regno di organismi eucarioti e possono essere sia unicellulari che pluricellulari. Il regno è molto ampio e diversificato.

I funghi possono essere organizzati in:

  • Saprofiti, ovvero le specie che degradano sostanze non viventi di origine animale o vegetale;
  • Parassiti, ovvero le specie che si nutrono di organismi viventi, portandoli a volte gradatamente a morte;
  • Simbionti, ovvero quelle specie che creano un rapporto di parassitismo controllato con l’ospite il quale trae vantaggio dalla presenza del parassita e viceversa.

Funghi e alimentazione

Il consumo di funghi come alimenti e come risorsa alimentare è molto antico ed è dovuto alle notevoli capacità che le specie di questo regno hanno di mostrato di avere.

Esempio principe è il pane, che si ottiene tramite una fermentazione di tipo alcolica indotta da Saccharomyces Cerevisiae.

Ma i funghi possono essere consumati anche tal quali, utilizzando le specie eduli come ad esempio l’Agaricus bisporus (comunemente Champignon).


(Figura1-Agaricus bisporus)

I valori nutrizionali per 100g dei funghi variano in base alla specie considerata, ma tutte risultano buone fonti di potassio e fosforo assieme ad altri fitonutrienti come Vit.D, Selenio, Vit.B e spermidina.

A titolo di esempio avremo (Prataioli):

Energia: 20kcal

Proteine: 3.7g

Lipidi: 0.2g

Carboidrati: 0.8g

Per queste e molte altre proprietà dei funghi – presentano molti composti risultati bioattivi – sono stati oggetto di studi e nello specifico, in un articolo pubblicato nel marzo del 2019, si è voluto indagare sulla correlazione tra consumo di funghi settimanale e danni cognitivi.

Analisi DaHA

Gli investigatori hanno analizzato i dati di oltre 650 partecipanti (di età ≥ 60 anni) dallo studio Diet and Healthy Aging (DaHA) di Singapore e hanno scoperto che, rispetto ai partecipanti che consumavano funghi meno di una volta a settimana, coloro che ne consumavano più di due porzioni alla settimana avevano una quota ridotta di danno cognitivo lieve (MCI).

Questa associazione era indipendente da età, genere, istruzione, fumo di sigaretta, consumo di alcol, ipertensione, diabete, malattie cardiache, ictus, attività fisiche e attività sociali.

I funghi e i loro composti bioattivi – specialmente l’ergotioneina, che è un derivato dell’istidina e risulta essere un composto con proprietà antiossidanti e antinfiammatorie oltre che citoprotettivo  –  sembrano quindi ritardare la neurodegenerazione.

Fino ad oggi solo due studi epidemiologici hanno esaminato i benefici cognitivi del consumo di funghi negli anziani.

Benifici

Nello studio in oggetto, le informazioni relative alla frequenza del consumo di funghi sono state ottenute tramite un questionario e le risposte sono state registrate come numero di porzioni consumate al giorno (per coloro che hanno consumato ≥ 1 porzione al giorno), a settimana (per coloro che hanno consumato 1-6 porzioni alla settimana), o per mese (per coloro che hanno consumato <1 porzione a settimana).

(Figura2-Comune varietà eduli di funghi)

Una “porzione” era definita come tre quarti di una tazza di funghi cotti, con un peso medio di circa 150 g, mentre due porzioni equivalevano  a circa la metà di un piatto.

Il consumo di funghi si è dimostrato significativamente associato a quote ridotte di MCI anche in coloro che consumavano 0,75 porzioni alla settimana mentre non ci sono state differenze significative nei risultati tra uomini e donne.

A patto di assumerne almeno due porzioni a settimana, i composti bioattivi nei funghi possono quindi conferire neuroprotezione inibendo la produzione di amiloide-β, tau fosforilata e acetilcolinesterasi.

Studio di dietetica e nutrizione umana

Dott. Pasquale Napolitano

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