Francesco Totti ed i suoi pensieri

IL FATTO DELLA SETTIMANA: l’addio di Totti e il segno di un romanticismo perduto

L’addio di Francesco Totti alla Roma sancisce definitivamente il passaggio da un calcio romantico ad un calcio e uno sport in generale sempre più improntato verso l’aspetto pratico ed economico.

Francesco Totti ha deciso di far cadere quel velo d’omertà che tanto spesso viene calato nel mondo dello sport, una finta diplomazia che piano piano ha smantellato ogni sorta di aspetto romantico legato allo sport.

Se uno come Totti, un’atleta che ha speso la sua vita sportiva a Roma e per la Roma, decide di abdicare, significa che il problema non è di oggi.

Dichiarazioni di Totti:

I segnali di un rapporto ormai logoro si erano avuti già in tempi passati, l’addio al calcio (forzato) del capitano venne liquidato in fretta, dando la colpa al Mister Spalletti, reo di aver snobbato un campione del calibro del “pupone”.

Le dichiarazioni rilasciate da Totti però rivelano un’altra verità, è stata la società a decidere per lui quando e come inchiodare le scarpe al muro.

Trattamento che poche settimane fa è stato riservato anche a Daniele De Rossi, un altro romanista che lascia questa società che ormai di radici romane non ha più niente.

Francesco Totti ed i suoi pensieri
Immagine di itasportpress.it

Business sport:

La costante nelle società sportive ormai è quella di una gestione sempre più aziendale, improntata alla gestione dei conti e alla massimizzazione dei profitti.

Sono lontanissimi i tempi di: Ferlaino, Moratti e Berlusconi; tre presidenti (tifosi) che mettevano l’anima oltre che il portafoglio in queste società sportive.

Prima ci si riconosceva in determinati valori, si condividevano degli ideali, si soffriva insieme per le sconfitte, e si gioiva allo stesso modo per le vittorie.

Oggi è tutto cambiato, un presidente cinese o americano che sia non potrà mai capire le dinamiche di un tifoso qualunque; non potrà mai capire cosa significhi l’attesa per un calcio d’inizio, la sua percezione sarà sempre in qualche modo filtrata da interessi imprenditoriali.

Sarri alla juve:

Sarri nella Juve
Immagine di corrieredellosport.it

L’approdo di Maurizio Sarri sulla panchina bianconera ha scioccato tutto il mondo napoletano, si grida allo scandalo, al tradimento, ci si sente privati di un legame che fino a pochi mesi fa sembrava indissolubile.

La scelta di Sarri invece non deve sorprendere, il mister è un professionista e da tale si è comportato.

Sono i tifosi che devono capire che ormai nulla di romantico c’è in questo sport, dall’altra parte dello schermo ci sono professionisti; pretendere da loro la stessa fedeltà ai colori di un “semplice” tifoso è pura utopia.

Sport all’americana:

Il modello americano è totalmente diverso dal nostro, lì c’è una visione opposta alla nostra; ad esempio una squadra Nba può essere del tutto cancellata da una città perché non rientra più i determinati parametri.

Si può passare da Seattle ad Oklahoma nel giro di un’estate, non preoccupandosi minimamente di lasciare una città orfana di una franchigia sportiva.

Il business è sempre al primo posto.

Eppure questo modello così freddo si rivela uno dei più virtuosi e accattivanti di tutto il panorama sportivo mondiale.

Addio di totti alla roma
Immagine di calciofanpage.it

Realtà americana all’Italiana:

Cercare di portare qui in Italia un modello così diverso è un’impresa non da poco, infatti i grandi proprietari delle nostre squadre italiane si circondano di vecchie bandiere.

Un modo facile per far credere ai tifosi che c’è ancora un legame indissolubile tra il tifoso e la società.

L’esperienza di Totti, di Zanetti all’Inter o di Leonardo al Milan, sono la testimonianza che questi rapporti siano semplicemente di “cortesia” verso la piazza, i fili vengono sempre tirati a migliaia di chilometri di distanza.

L’augurio per il nostro calcio è che non si spezzi definitivamente quel filo magico che tiene insieme tutti gli appassionati; quando si realizzerà che questo è diventato solo un business sarà definitivamente finita.

A cura di Vincenzo Torino

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