Malattie cardiovascolari: un aiuto dall’olio di pesce

Nutrizionista seduto alla scrivania con il camice
Dott. Pasquale Napolitano

Oggigiorno a sempre più persone viene diagnosticata attraverso l’esecuzione di analisi biochimiche del sangue un’alterazione del profilo lipidico associata magari ad ipertensione oppure ad un’alterazione della glicemia a digiuno di poco fuori dai valori di normalità senza per questo poter definire il soggetto diabetico.

Non a caso le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nel mondo.

Come si può dunque correre ai ripari per evitare l’insorgenza di malattie cardiovascolari e delle condizioni a queste associate?

Innanzitutto è sempre d’obbligo una modifica della propria dieta cercando di evitare la prescrizione facile di statine che potrebbe portare il soggetto a non modificare la sua alimentazione rassicurato dal fatto di prendere un farmaco in tal senso.

Migliorando la propria dieta, il paziente sicuramente migliorerà anche la sua composizione corporea e nei casi lievi riuscirà a far tornare normali i parametri alterati senza o quanto meno procrastinando la necessità di utilizzo di un farmaco specifico.

In associazione ad una corretta dieta può essere utile un’assunzione regolare di integratori a base di olio di pesce che si è mostrata essere collegata ad un rischio minore di morte per tutte le cause e di malattie cardiovascolari, tra cui l’infarto e l’ictus, secondo un nuovo studio pubblicato su The BMJ (1).

Perché integrare la dieta con olio di pesce?

L’ olio di pesce è diventato un integratore alimentare molto popolare grazie alla presenza al suo interno di acidi grassi omega-3, sostanze che possono aiutare nella prevenzione delle malattie cardiovascolari oltre a modulare le infiammazioni.

Proprio per confermare questa associazione, un team di ricercatori provenienti da Cina e Stati Uniti ha utilizzato un database di soggetti provenienti dal Regno Unito, uno dei paesi in cui gli integratori di olio di pesce sono abbastanza diffusi.

Il database contava più di mezzo milione di persone, uomini e donne con un’età compresa tra 40 69 anni, senza malattie cardiovascolari o cancro.

Il follow-up è durato dal 2006 al 2010. I ricercatori hanno utilizzato anche i registri ospedalieri per prendere in considerazione eventuali ricoveri o morte dei soggetti.

Quasi un terzo dei soggetti riferiva poi di assumere regolarmente integratori di olio di pesce, almeno all’inizio del follow-up.

L’ olio di pesce e le malattie cardiovascolari

I ricercatori scoprivano che un’assunzione regolare di integratori a base di olio di pesce poteva essere associata ad un rischio inferiore del 13% di mortalità per tutte le cause, ad un rischio più basso del 16% di mortalità per malattie cardiovascolari e ad un rischio più basso del 7% di insorgenza di queste patologie.

L’associazione tra l’utilizzo di olio di pesce e le malattie cardiovascolari si è dimostrata più alta nei soggetti con ipertensione.

I risultati rimanevano invariati anche dopo aver analizzato possibili altri cofattori di rischio come età, sesso, abitudini di vita, età, eventuali farmaci utilizzati e utilizzo di altri integratori.

I risultati possono essere spiegati, secondo i ricercatori, nel fatto che gli integratori di acidi grassi omega-3 mostrano effetti benefici sulla pressioni sanguigne, sul livello di colesterolo e sulla frequenza cardiaca, cose che naturalmente hanno un effetto protettivo che contrasta l’insorgere delle malattie cardiovascolari.

Come per ogni studio osservazionale, non è possibile stabilire però una causa diretta ma nonostante questo, gli stessi ricercatori hanno ritenuto che un utilizzo abituale di olio di pesce può essere associato ad un rischio minore di mortalità per tutte le cause e ad un rischio minore di contrarre malattie cardiovascolari.

E’ chiaro che non c’è integratore che tenga se non si interviene da più punti di vista cambiando le proprie abitudini sia di vita che alimentari.

Biglietto da visita della nutrizionista

BIBLIOGRAFIA

  1. Association of haboitual fish oil supplementation with cardiovascular outcomes and all cause mortality: evidence from a large population based cohort study

Articolo a cura di Dott. Pasquale Napolitano

LEGGI ANCHE:

Leggi anche: https://cercolinfo.it/index.php/2020/05/21/intestino-irritabile-nuove-evidenze-e-linee-guida/

Lascia un commento