Ritenzione idrica: quando può diventare un campanello di allarme

Nutrizionista seduto alla scrivania con il camice
Dott. Pasquale Napolitano

Con l’arrivo dell’estate la maggior parte delle donne tende ad assumere un atteggiamento ansioso mostrando preoccupazione riguardo a come apparirà in costume al mare.

Se questo è vero in una situazione di relativa normalità, quest’anno queste preoccupazioni sono notevolmente aumentate a causa del periodo che ci ha visti forzatamente chiusi in casa senza la possibilità di fare adeguata attività fisica inducendoci a mangiare di più rispetto a quanto avremmo fatto in una situazione normale.

Nel mio studio sto avendo sempre più casi di lievi aumenti di peso legati a spostamenti di acqua, mostrando quella che viene definita comunemente ritenzione idrica.

La ritenzione idrica è un fenomeno in cui i fluidi non sono correttamente rimossi dai tessuti. Quando il problema riguarda tutto l’organismo si parla di ritenzione idrica generalizzata, ma più spesso la ritenzione idrica porta all’accumulo di fluidi solo in aree localizzate dell’organismo.

Le conseguenze sono gonfiori eventualmente associati a dolori, rigidità articolare e un rapido aumento o fluttuazioni del peso.

Fra le possibili cause di ritenzione idrica sono incluse caldo, ciclo mestruale, gravidanze, assunzione della pillola anticoncezionale, carenze nutrizionali, alcuni farmaci (come quelli contro la pressione alta), insufficienza venosa cronica, ustioni o il fatto di rimanere troppo a lungo in piedi.

Da ricordare che l’esposizione al sole quando siamo in spiaggia, se non correttamente effettuata espone ad ustioni sebbene le persone non ci diano peso, quando si diventa rossi dopo la giornata al mare il peso potrebbe aumentare nei giorni successivi a causa dell’infiammazione dovuta all’ustione.

Quali malattie si possono associare alla ritenzione idrica?

Le patologie che si possono associare a ritenzione idrica sono le seguenti:

  • Acidosi metabolica
  • Artrite
  • Cirrosi epatica
  • Enfisema
  • Glomerulonefrite acuta
  • Insufficienza renale
  • Intolleranze alimentari
  • Ipotiroidismo
  • Linfedema
  • Morbo di Hashimoto
  • Reazioni allergiche
  • Scompenso cardiaco
  • Sindrome nefrosica
  • Sindrome premestruale

Come si può capire se si soffre di ritenzione idrica?

Sicuramente tra i segni tipici di una cattiva circolazione che consente la stasi dei fluidi nelle zone periferiche del corpo possiamo definire la sensazione di pesantezza, tipicamente alle gambe associata di solito a gonfiore alle caviglie.

C’è da distinguere tra edema subclinico e quello palese in cui la ritenzione si vede e si sente chiaramente con segni clinici tipici.

In studio utilizzo la bioimpedenziometria vettoriale per valutare il singolo caso andando a vedere dove cade il vettore rispetto al grafico della popolazione di riferimento.

Tale metodica ha una precisione di circa 200ml anche se effettuata a tutto corpo. Se poi si volesse indagare il singolo arto si può eseguire la bioimpedenza settoriale andando a valutare come i parametri bioelettrici si modifichino nel tempo a seguito del trattamento intrapreso.

Possibili rimedi

Il rimedio più adatto in caso di ritenzione idrica dipende dall’individuazione della causa alla sua base.

Possono essere utili un’attività fisica regolare senza andare però ad infiammare ulteriormente la zona affetta dal problema – pena aumentarlo anziché risolverlo -, una dieta a basso contenuto di sodio o altri accorgimenti alimentari, bere il giusto, assumere diuretici o altri farmaci (ad esempio per far fronte a problemi di tiroide) o il ricorso a integratori specifici.

Calcio, magnesio e manganese possono ad esempio essere utile quando il problema è associato al ciclo mestruale.

In caso di insufficienza venosa il medico può ad esempio, consigliare l’uso di calze elastiche che vanno ad aiutare i meccanismi di efflusso della linfa e del sangue dagli arti.

Biglietto da visita della nutrizionista

Articolo a cura di Dott. Pasquale Napolitano

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