Analfabetismo fisico: la pandemia silenziosa degli ultimi anni

Quando si parla di analfabetismo si pensa immediatamente all’incapacità di leggere, scrivere e far di conto.

Del resto è più o meno questo il significato del termine riportato dai vocabolari… ma avreste mai pensato che potesse esistere un analfabetismo di tipo motorio?

(immagine di Ansa.it)

Ebbene sì, esiste ed è in rapida crescita soprattutto in casa nostra, in Italia. Il nostro paese è il più sedentario d’Europa e la percentuale di bambini e adolescenti obesi è aumentata di quasi 3 volte nel 2016 rispetto al 1975. Molti bambini non sanno nemmeno più fare una capriola.

‘Tarati’ da madre natura per correre e saltare di continuo, oggi si scatenano meno di 60 minuti al giorno e hanno perso una buona dose di prontezza di riflessi, fibre muscolari, resistenza e forza che invece le vecchie generazioni possedevano alla loro età.

A confermarlo è anche quanto si legge in un report del Journal of the american college of sports medicine: “Siamo all’analfabetismo sportivo, che vuol dire che i bambini hanno perso confidenza, competenza e motivazioni nel fare attività fisica con interesse ed entusiasmo, i ragazzi moderni non hanno più l’argento vivo addosso”.

Si potrebbe definire una sorta di “Pandemia silenziosa” quest’emergenza poco discussa che serpeggia a livello globale negli ultimi anni, dalle conseguenze non poco gravi.

In cosa si traduce l’analfabetismo fisico di cui soffrono i ragazzi oggi?

Le conseguenze sono varie e piuttosto serie, fra queste troviamo la mancanza di fiducia, competenza e motivazione per impegnarsi in attività fisiche significative con interesse ed entusiasmo e che restano nel corso della vita.

Questo approccio così negativo, a lungo andare, farà evitare confronti fisici non essenziali, anche semplici giochi di gruppo in occasione di feste, pur di evitare il fallimento e l’umiliazione.

(immagine di kindercare.com)

GLOBAL matrix 3.0

Sembrerebbe un nuovo film della trilogia fantascientifica, ma in realtà è il rapporto internazionale sulla sedentarietà dei bambini stilato dai ricercatori canadesi dell’ospedale pediatrico dell’Eastern Ontario research institute estrapolato da dati su 49 paesi.

Il risultato di questo rapporto evidenzia che i bambini sono sempre più sedentari e la colpa è da attribuirsi all’abitudine a giocare sempre più tempo con smartphone e tablet.

Altro punto debole sono gli spostamenti, sempre più in macchina, anche per brevi tragitti. Inoltre, i ricercatori canadesi hanno associato un voto a diversi parametri legati all’attività dei bambini: dalle iniziative dei governi alle abitudini familiari.

Quello che ne risulta è una tendenza preoccupante per la salute fisica dei piccoli. “Sono molti anni ormai che i bambini tendono a muoversi sempre meno. Già da tempo molti di loro sono abituati a mettersi davanti alla televisione non appena tornati da scuola.

Adesso si sono aggiunti anche gli smartphone e il problema è più esteso. Alcuni smettono perfino di dormire la notte per giocare e i genitori non lo sanno neppure”, afferma Massimo Resti, direttore di pediatria dell’ospedale Meyer di Firenze.

Il problema dell analfabetismo fisico è all’origine

Si può dire però che il problema sia in qualche modo “ereditario“. La sedentarietà infatti, non è un’esclusiva dei bambini, anzi, sono gli adulti, i genitori, che hanno smesso di muoversi. Tant’è vero che ormai adoperiamo la macchina anche per fare 200 metri. I bambini imparano da noi.

Quindi non sono solo loro ad essere vittime di questa tendenza. Sempre per il principio secondo il quale i piccoli copiano gli adulti, si può affermare con certezza che l’emergenza parte dai grandi.

(immagine di tecnoandroid.it)

In quanti danno l’esempio?

Siamo noi adulti a plasmare la realtà dei bambini con il nostro esempio. Il problema non è solo legato alle ore passate seduti, ma alle conseguenze che una vita legata solo a quello che succede dentro a uno schermo può portare. Situazioni che possono sfociare in un disagio profondo, spesso difficile da risolvere.

“La dipendenza dagli smartphone è un problema dei paesi occidentali e parte da noi adulti che non riusciamo ad uscire di casa se non abbiamo con noi il telefono. Quando preferiamo guardare il cellulare a pranzo invece di parlare con i nostri figli, dobbiamo essere consapevoli che stiamo dando un esempio ben specifico- dichiara ancora Massimo Resti– il problema non sono le attività pomeridiane. Non abbiamo bisogno di iscrivere i ragazzi a corsi sportivi o altro. Abbiamo creato per loro giornate iper-impegnate ma non siamo stati in grado di mettere in discussione il nostro modo di vivere”.

A scuola: come si svolge l’ora di ginnastica, quando si svolge?

Guardiamo ai loro amici, coetanei: la sedentarietà dilaga come la tendenza a trascorrere tutta la giornata sui social.

Guardiamo la comunità: quante città e paesi lasciano giocare e muoversi liberamente, in sicurezza bambini e ragazzi nei cortili, nelle ville, nelle piazze e nelle strade?

Strategie per uscire dall’ analfabetismo fisico

Cosa possono fare dunque dei genitori per educare i figli a una migliore gestione della tecnologia e sconfiggere la sedentarietà?

Le strategie sono note: più attività fisica, farli giocare all’aria aperta. Ma più importante ancora è recuperare abitudini ormai perse: leggere. “Non è vero che i bambini preferiscono i cartoni animati, restano sempre incantati quando i volontari vengono a leggere le storie in ospedale– spiega il dottor Resti- Dobbiamo far vedere che esiste un mondo immaginario ma reale. che nasce dalla fantasia degli adulti. Dobbiamo però cominciare presto, non quando i ragazzi sono ormai adolescenti”.

(immagine di rsi.ch)

Nuove linee guida dall’Oms

L’Oms ha persino stabilito delle nuove linee guida sull’attività fisica, comportamento sanitario e sonno per i bambini sotto i cinque anni.

Queste sono state elaborate da un gruppo di esperti che hanno valutato gli effetti sui bambini piccoli di un sonno inadeguato e del tempo trascorso seduti a guardare schermi o seduti su seggioloni e passeggini. Inoltre sono state anche esaminati i benefici di un aumento dei livelli di attività fisica. Ecco alcune delle linee guida:

  • Divieto assoluto di restare fermi davanti a uno schermo per i bambini da zero a due anni, mentre dai due ai quattro anni i bimbi non dovrebbero essere mai lasciati per più di un’ora a guardare passivamente lo schermo televisivo o di altro genere, come cellulari e tablet.
  • Per i piccoli fino a un anno di età: attività fisica diverse volte al giorno, compresa mezz’ora in posizione prona. Favorire 14-17 ore di sonno totale al giorno ai neonati.
  • Bambini da uno e due anni: almeno tre ore di attività fisica giornaliera e 11-14 ore di sonno totale.
  • Tra i due e i quattro anni di età: almeno tre ore di attività fisica giornaliera, di cui almeno una di forte intensità e 10-13 ore di sonno totale.

L’Oms ha rilevat0 come questo schema dell’attività complessiva nelle 24 ore è fondamentale, così come sarebbe necessario sostituire il tempo prolungato davanti allo schermo con un gioco più attivo o sedentario. Il tempo sedentario, per essere di qualità deve essere trascorso in attività interattive non basate sullo schermo come: lettura; narrazione; canto e puzzle.

(immagine di bimbiparma.it)

“Darsi una mossa” contro l’ analfabetismo motorio

Il mancato rispetto delle attuali raccomandazioni sull’attività fisica è responsabile di oltre 5 milioni di morti a livello globale ogni anno in tutte le fasce d’età. Attualmente, oltre il 23% degli adulti e l’80% degli adolescenti non sono sufficientemente attivi fisicamente.

Nessuno, lascerebbe ciò che ha di più caro nelle redini di internet. Non lo facciamo con le carte di credito, eppure capita con i figli. Sarebbe opportuno che le famiglie cambiassero atteggiamento nei confronti della tecnologia prima che sia troppo tardi.

A cura di Laura Imperato

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