World Autism Awareness Day: “la normalità è sopravvalutata”

Il 2 aprile si celebrerà in tutto il mondo il World Autism Awareness Day, una giornata dedicata alla consapevolezza sull’autismo. Tale data fu istituita nel novembre 2007 dall’Assemblea delle Nazioni Unite.

Ancora oggi, dell’autismo si sa troppo poco e forse il modo migliore per comprenderne i suoi aspetti potrebbe essere documentarsi e/o immedesimarsi, perciò per le vacanze pasquali, ti suggerisco una serie leggera ma per niente banale che potrebbe immergerti nella quotidianità delle persone che vivono tale condizione.

La serie di cui sto parlando è Atypical, lanciata e prodotta da Netflix, che ha fatto il suo debutto nel 2017 con un totale di 3 stagioni all’attivo e 28 episodi.

Atypical è una serie tv molto apprezzata dal pubblico e da chi, in prima persona, vive i disagi raccontati nella serie.

Il protagonista

Il protagonista è un giovane liceale di nome Sam, interpretato da Keir Gilchrist, affetto dalla sindrome di Asperger.

Keir Gilchrist ci regala una magnifica interpretazione. L’attore è riuscito a immedesimarsi perfettamente nel suo personaggio.

“Per farlo – ha raccontato Gilchrist in un’intervista a Variety – ho letto Il diario delle migliori pratiche: Memorie di un matrimonio, della sindrome di Asperger e il tentativo di un uomo per diventare un marito migliore.

Si è rivelato un libro fondamentale per contribuire a costruire il personaggio di Sam”.

Il testo, scritto da David Finch, è ormai uno dei manuali di riferimento per chi vuole informarsi sull’argomento.

La trama e i personaggi

Arrivato all’età di 18 anni, Sam sente il bisogno di ritrovare la propria indipendenza affettiva trovando una relazione.

Additato come strano da tutti i suoi compagni di scuola a causa del disturbo dello sviluppo del quale è affetto, sarà fortemente aiutato in questa scelta dalla sua terapeuta Julia (Eleonora Reti).

I cambiamenti di Sam interferiscono con la vita della sorella maggiore Casey (Brigette Lundy-Paine), atleta provetta che vive la sua vita sentimentale e professionale con timore del giudizio, così come i suoi genitori Elsa (Jennifer Jason Leigh) e Doug (Michael Rapaport).

La serie prende una posizione ben precisa: la normalità è sopravvalutata.

(Immagine di netflix.com)

Quando la “normalità” è proprio essere diversi

“Atypical” è proprio il comportamento di Sam agli occhi delle altre persone, di chi non è a conoscenza del suo disturbo e non sa quale approccio adottare nei suoi confronti.

Ma la trama non è incentrata soltanto su di lui, anzi, è solo il punto di partenza per sviluppare altrettante storie parallele: c’è la sua famiglia che, all’apparenza, sembra come tante altre ma invece rivela una madre che vorrebbe evadere dalla solita routine e un padre che non riesce a comunicare con entrambi i figli; la sorella, Casey, che nonostante cerchi di dare il massimo in tutto quello che fa, viene costantemente messa in ombra da Sam, in quanto i genitori sembrano notare solamente i suoi problemi.

Dall’altra parte c’è Julia, la terapeuta del ragazzo,che dispensa consigli non sempre precisi e per cui talvolta Sam si ritroverà in situazioni non proprio piacevoli.

Zero stereotipi

Non è la prima volta che si parla dei disturbi dello spettro autistico in una serie tv.

Lo aveva già fatto in passato Parenthood, lo sta facendo ancora The Good Doctor. Tuttavia Atypical fa un salto di livello raccontando la vita quotidiana del protagonista attraverso le piccole e grandi sfide della quotidianità.

Lungi dall’essere presentato come una disabilità, il disturbo di Sam viene mostrato come una condizione, un modo di essere con cui si convive, anche se non senza difficoltà.

L’intenzione degli sceneggiatori è nobile: spiegare a chi non ha confidenza con certi argomenti cosa significa davvero convivere con un disturbo dello spettro autistico.

Il risultato è un dramedy che si candida a diventare la serie tv sull’autismo per eccellenza.

Un dramedy poetico e molto divertente

La sceneggiatura è certamente uno dei punti di forza. I monologhi del protagonista con cui spesso si aprono gli episodi di Atypical sono sempre molto ricercati.

Le numerose metafore (specialmente quelle tratte dal mondo dei pinguini, animali di cui Sam è appassionato) attraverso cui viene descritto il mondo dei Gardner si mescolano alle battute di spirito che rendono il protagonista inconsapevolmente bizzarro, ma estremamente divertente.

Le scene più riuscite sono quelle in cui Sam si relaziona con l’amico Zahid (Nik Dodani), un collega sopra le righe che sa dare discutibili consigli.

Rendere una serie tv contenitore di un messaggio importante e delicato senza drammatizzare troppo è sempre una missione difficile. E Atypical ci riesce benissimo.

La critica si divide

Non tutti però sono d’accordo con questo discorso: infatti, la critica si è nettamente divisa tra chi ha promosso e chi ha bocciato “Atypical”.

Le principali critiche sono state fatte al modo troppo leggero e da commedia con cui viene presentato l’autismo, attraverso le battute non sempre pertinenti di Sam e da quelle decisamente fuori luogo del suo amico che cerca di aiutarlo; alcuni personaggi non sono del tutto realistici, come Julia, troppo giovane e poco credibile nel malinteso che verrà a crearsi durante gli episodi.

La figura che invece è stata approvata univocamente è quella di Casey, divisa tra i problemi che ogni adolescente deve affrontare e la responsabilità di esserci ogni qualvolta Sam abbia bisogno di lei; è reale e spontanea, anche quando verrà a conoscenza del segreto che la madre cerca di nascondere.

Dunque c’è chi non è del tutto convinto che questa serie sia degna di nota e chi, al contrario, sostiene che proprio la leggerezza (intesa però come semplificazione di una realtà esistente) nel trattare temi complicati come l’autismo sia invece d’aiuto sia a chi ne è affetto per sentirsi meno solo, sia al pubblico per entrare in confidenza con argomenti di cui, spesso, si tende a non parlare adeguatamente.

(Immagine di psicologisti.it)

Un’ottima pillola per affinare la sensibilità

A prescindere dalle due opinioni discordanti, ciò che è certo è che, guardando la serie, affiniamo la nostra sensibilità, imparando a conoscere le problematiche che devono affrontare le persone con autismo ad alto funzionamento: dalle crisi di panico, all’ipersensibilità, alle difficoltà di interazione sociale.

Un episodio di Atypical dopo l’altro, noi normotipici (termine, come ci insegnano i Gardner, più corretto per indicare chi chiamiamo semplicemente “normale”) finiamo per essere meno chiusi in noi stessi e più concilianti verso chi ci circonda.

I temi principali

I temi principali che vengono affrontati sono innanzitutto quello dello spettro autistico che, nel caso di Sam, non appare subito evidente alle altre persone ma emerge dai suoi comportamenti, come avere una fissa per qualcosa in particolare (i pinguini, in questo caso), non riuscire a relazionarsi con le altre persone e dire sempre quello che pensa senza riflettere sul contesto in cui si trova.

L’amore, quello che il ragazzo vorrebbe vivere a tutti i costi ma, nonostante ci provi, qualcosa va sempre storto. L’amicizia, non solo con la sorella ma anche con Zahid, suo partner al negozio in cui lavorano.

(Immagine di culturamente.it)

Un finale ancora aperto ed una novità in arrivo

L’ultima stagione di Atypical, uscita lo scorso novembre, ha lasciato agli spettatori un finale ancora aperto, ma per fortuna, Netflix ha scelto di rinnovare la serie per una quarta e ultima stagione! Anche se bisognerà dire addio a Sam, si potrà almeno sperare in un finale chiuso.

Ma cosa sappiamo già da adesso sui nuovi episodi e quando usciranno?

La data di rilascio della serie diretta e scritta da Robia Rashid non è stata ancora resa nota ma, come al solito, i rumors a riguardo sono tanti e, generalmente, protendono tutti per la fine del 2021.

“Sono esaltata all’idea della quarta stagione di Atypical”, ha detto la creatrice in un comunicato.

“E anche se sono triste di essere vicino alla fine, sono incredibilmente grata per aver avuto la possibilità di raccontare questa storia. I nostri fan sono stati dei bellissimi e vivaci sostenitori dello show.

Grazie per aver ascoltato in modo così aperto la voce di Sam e le sue storie, così pure quelle della famiglia Gardner.

Le parole della creatrice

Spero che l’eredità di Atypical continui a vivere nelle voci inascoltate di chi continuerà invece ad essere ascoltato e che, anche dopo la fine della serie, continueremo a raccontare storie divertenti ed emozionanti da punti di vista inediti che di solito sono poco rappresentati”, ha concluso.

(Immagine di nonsolocinema.com)

Non resta che lanciarvi nella visione di questa interessante serie e, nel caso vi stiate chiedendo quanto sia difficile recuperare tutte le puntate prima dell’arrivo dei nuovi dieci episodi, potete tranquillizzarvi… C’è tempo!

Soprattutto perché Atypical si compone di 28 episodi totali (otto nella prima stagione, dieci nella seconda e 10 nella terza ed ultima stagione) che hanno una durata media di 30 minuti l’uno.

Per guardarli tutti impieghereste solo 14 ore e mezza, un sabato e una domenica pomeriggio o, per gli amanti del binge-watching notturno su Netflix, due notti… perfetti per queste vacanze pasquali! Buona visione!

A cura di Laura Imperato

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